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Dans un quartier populaire de Naples appelé Montedidio, littéralement « la montagne de Dieu », un garçon de treize ans décide d'abandonner l'école pour entamer un apprentissage chez un menuisier, mast'Errico. Dans son atelier, il fait la connaissance de Rafaniello, un cordonnier juif rescapé de la Shoah doté d'une grande sagesse, avec lequel il se lie d'amitié. Confronté à la dureté du monde des adultes, le jeune garçon rêve secrètement de s'envoler loin de Montedidio. Cloué au sol, il réussit malgré tout à s'évader à travers l'écriture : il couche sur le papier ses joies et ses peines, les étranges sensations qu'il éprouve face à son corps d'enfant qui se transforme en celui d'un homme, son amitié avec Rafaniello, et surtout son éveil à l'amour après sa rencontre avec la belle Maria.
Un roman d'apprentissage bouleversant et poétique qui a été couronné par le prix Femina étranger en 2002.
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Le poids du papillon ; il peso della farfalla
Erri De Luca
- Folio
- Folio Bilingue
- 5 Février 2015
- 9782070461424
Dans les Alpes italiennes, sur la corne gauche du roi des chamois s'est posé un papillon blanc. L'animal sait que ce sera son dernier hiver, que le chasseur va le retrouver.
De leur face-à-face, Erri de Luca tire une fable philosophique au style épuré qui, une fois de plus, confirme son talent.
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"Une vie d'homme dure autant que celle de trois chevaux." Trois chevaux, trois vies. La première, le narrateur l'a vécue en Argentine, où il avait suivi Dvora . "Je suis ici depuis des années pour aimer une femme et maintenant je suis en guerre".
Lorsque sa femme disparaît, victime de la dictature militaire, abattue et jetée d'un hélicoptère au fond de la mer, il fuit, se terre, s'est embarqué, a travaillé, et a fini par regagner sa terre natale, l'Italie. La seconde, c'est sa rencontre, lui devenu un jardinier solitaire et silencieux, avec Làila, une femme "qui va avec des hommes pour de l'argent", dont il tombe amoureux.
À nouveau la menace, à nouveau la mort... Le récit s'achève tandis que la troisième vie du narrateur s'apprête à débuter... elle reste à raconter, à vivre.
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Pas ici, pas maintenant ; non ora, non qui
Erri De Luca
- Folio
- Folio Bilingue
- 4 Février 2010
- 9782070304639
Préface inédite de l'auteur
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Un uomo di molti mestieri è incaricato di un delicato restauro. La statua del crocifisso contiene segreti che si rivelano solo al tatto. Bisogna risalire a diverse nudità per eseguire. C'entra una città di mare e un villaggio di confine, un amore d'azzardo e una volontà di imitazione. «Fu attesa l'ora del tramonto, per l'effetto di luce arrossata sopra il marmo. Prese aspetto di carne, le ombre mossero le forme.»
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A quarant'anni dal processo che li ha visti uno nei panni del pentito che rivela i nomi, l'altro in quelli dell'accusato, due uomini si incrociano su un sentiero di montagna poco battuto. Il primo è vittima di un incidente, mentre il secondo chiama i soccorsi, ma non c'è più nulla da fare. E ora se ne sta di fronte al magistrato che è convinto che quella caduta sia un regolamento di conti,
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A young orphan boy grows up in Naples, playing football, roaming the city's streets and hidden places. The older boy call him "monkey" because he can climb anywhere. He is alone, apart from Don Gaetano, the apartment caretaker, who feeds him, teaches him to play "scopa", and tells him stories about women, history and the dark secrets of Naples' past. Then one day the boy sees a young girl standing at a window. It is an encounter that will haunt his life for years and, eventually, shape his destiny.
Told with the sumplicity of a fairy tale and the intensity of a memory, The Day Before Happiness is the story of, friendship, a city and what makes us who we are.
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Ha per artigli i ramponi sotto le scarpe d'alta quota, ha in mano le piccozze per mordere i pendii ghiacciati, le decine di gradi sottozero. È una tigre di alta montagna Nives Meroi, italiana, tra le pochissime donne al mondo ad avere scalato sette dei quattordici giganti che superano gli ottomila metri. Ho seguito per un po' la sua traccia, che in alto si perde dove non ho respiro. Lei scala senza bombole d'ossigeno e senza aiuto di portatori d'alta quota. Gioca pulito col mondo Nives Meroi la tigre, sopra i grattacieli di madre natura.
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Un'edizione aggiornata del volume pubblicato nel 1997 con nuove numerose "voci". "Quando gli amici di 'Avvenire' mi invitarono a scrivere un pezzo al giorno sotto il titolo del giornale, mi suggerirono "viatico " come nome della rubrica. Da non credente non me la sono sentita di somministrarlo: si sa che è parte di una delicata funzione sacerdotale. L'impaginazione del pezzo, stretto e lungo sotto il titolo del giornale, mi fece venire voglia di cercare il nome di una corda. Trovai nel vocabolario "alzaia", fune che serve a tirare dalla riva chiatte e battelli controcorrente lungo fiumi e canali. Non sembrò un titolo agile perché bisognoso di definizione. Ripiegammo su "voci", come di vocabolario." Voci come Agguati, Compiti, Confini, Emigranti, Esecuzioni, Indifferenza, Maternità, Nuvole, Operai, Ricordo, Rondine, Sazietà, Sono io, Testimoni, Vacci piano, Yiddish, Zingari. E in ogni voce c'è un dettaglio, un segmento di verità, un appunto da non dimenticare.
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«Avanza con cenni sicuri un secolo che viene a innalzare armi e versetti. Prima che nuovi agitatori del sacro vengano con la Bibbia in pugno ad arrostire genti, sforzando le sue pagine a dettare massacri, racconto quello che ho trovato leggendo quel libro nella sua lingua madre. Presto alcuni nomi di Dio verranno issati su opposte bandiere e i popoli saranno nemici per una volta ancora nel nome del cielo. Prima dei regni delle fedi armate, ognuno s'affretti a leggere la Bibbia a modo suo, con fervore e freddezza, in buona o cattiva sorte. Perché quel libro è bello, valore che ha contribuito a conservare quel sacro fino a oggi. Il sacro dura nel cuore dei millenni quando si fissa in libri grandiosi. La Bibbia ne è piena. Non l'ho letta spogliandola del divino. Questi racconti che sono resoconti di scoperte, di luci nuove su personaggi antichi, non vengono da una lettura profana della Bibbia. Il sacro sta in quelle pagine come la corrente placata di un fiume presso il mare: guida il viaggio ma non è fonte né foce, non è un luogo ma una necessità. Trovi ognuno i fogli scritti per lui nel Libro dei libri, rinnovando l'antica sorpresa di sentire che egli stesso, da alcune di quelle pagine, è stato trovato.» Erri De Luca
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Le montagne sono al loro posto da prima di noi e dureranno dopo la scomparsa della nostra specie. Di fronte alla loro consistenza si riconosce meglio la nostra friabilità. Molta rivelazione si svolge su alture. E allora si possono leggere le pagine della scrittura sacra con la bussola e l'aiuto di una cartina, ma senza la pretesa di farle coincidere. Ogni montagna in questo libro poggia sopra un suolo di parole ardenti. Gennaro Matino ed Erri De Luca raccontano distanze tra terra e cielo, tra creatore e creature. In un deserto o su alcune cime di montagna queste distanze si annullano.
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Napoli, estate del 1943. Il cielo non appartiene più alla città, ma ai bombardieri alleati. Estate di corse sudate ai ricoveri antiaerei, le catacombe del '900, secolo di aviazione. Nove persone si trovano a condividere fughe in uno scantinato. A luglio il fascismo collassa. In agosto le truppe alleate si avvicinano e a Napoli s'inasprisce l'occupazione tedesca. A settembre la resa dell'esercito italiano, rastrellamenti e deportazioni di uomini: la città sta nella tenaglia di due eserciti, uno dentro e uno fuori.
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Una sera, mentre rilegge «Pinocchio», un uomo sente la presenza del figlio che non ha avuto, il figlio che la madre - la donna con cui in gioventù lo concepì - decise di abortire. Alla fiamma del camino, il figlio gli appare già adulto, e quella presenza basta "qui e stasera" a fare la sua paternità. Per tutta la notte, al figlio "estratto da una cena d'inverno" lui racconta "un poco di vita scivolata". E così ecco l'infanzia napoletana, la nostalgia della madre e del padre, il bisogno di andare via, di seguire la propria libertà, le guerre trascorse ma anche i baci che ha dato... Fino a che il figlio, da muto che era, prende la parola e il monologo diventa un dialogo, che indaga su una vita, sugli affetti, sulle scelte fatte, sui libri letti e su quelli scritti, sull'importanza delle parole e delle storie. Un'indagine che, più che tracciare un bilancio, vuol essere scandaglio, ricerca interiore - quasi una rivelazione. Con «Il giro dell'oca» Erri De Luca scrive la sua storia più intima.
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Un essai sur la crise climatique et une ode à la jeunesse par l'écrivain et poète italien engagé Erri De Luca.
« Erri De Luca's essay is a lovesong to the young-"a bridge generation, one that casts itself above and beyond the current, not against it, in order to reach the edge of a new humanity"-as well as an intervention into the climate crisis. It is a clarion call that finds salvation, as he puts it, "in the hands of despair". » Jim Hicks
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J'attache de la valeur à toute forme de vie, à la neige, à la fraise, la mouche.
J'attache de la valeur au règne animal et à la république des étoiles.
J'attache de la valeur au vin tant que dure le repas, au sourire involontaire, à la fatigue de celui qui ne s'est pas épargné, à deux vieux qui s'aiment.
J'attache de la valeur à ce qui demain ne vaudra plus rien et à ce qui aujourd'hui vaut encore peu de chose (...).
Ainsi commence Valeur, l'un des poèmes rassemblés dans ce volume, le premier livre de poésie d'Erri De Luca, à qui les proses ont assuré une notoriété qui ne cesse de croître (Tu mio, Une fois, un jour, Trois chevaux, Montedidio).
Ici, comme l'auteur le confie dans une note liminaire, à cinquante ans un homme se sent obligé de se détacher de la terre ferme pour s'en aller au large. Pour celui qui écrit des histoires au sec de la prose, l'aventure des vers est une pleine mer. -
Erri De Luca e la scoperta della musica. La musica della scrittura, certo, ma anche la musica che si ascolta, che colma le nostre giornate, la musica che si canta. Questa "musica provata" comincia sui banchi del liceo con il celebre invito omerico alla musa "cantami o diva del pelide Achille", con la Napoli delle canzoni ottocentesche, con Ciccio Formaggio, con le incisioni beethoveniane di Arturo Toscanini, e prosegue dentro i canti di Pete Seeger negli anni Sessanta, Il disertore di Boris Vian, le canzoni scritte o rimaneggiate insieme all'amico Gian Maria Testa, l'armonica di Mauro Corona. Ci sono le bombe di Sarajevo e la memoria dei canti della fatica, quelli legati alla terra, quelli legati al lavoro operaio, c'è la musica di Stefano Di Battista e la voce di Nicky Nicolai. C'è il Mediterraneo. C'è tutta una vita che prova a intonare la voce.
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Fratello e sorella passano l'ultimo dell'anno assieme. Si scambiano faticosi ricordi, cenano, sotto gli occhi discreti di Italia, la domestica. Lui si augura che la sera si consumi velocemente, ma la sorella vuole che il rituale sia rispettato per intero. Con la tombola. E per la tombola appaiono i genitori. Solo così si può giocare. Tutta la narrativa di De Luca proviene da un ascolto. Questo testo teatrale, in particolare, proviene dalle serate di festa della sua famiglia d'origine, quando si allestiva la tombola e accadeva il prodigio di "estrarre dal canestro dei numeri una folla di storie in una lingua mista". Ma a differenza dei fantasmi di Eduardo, ineludibile pietra di paragone, i fantasmi di De Luca "sono invece pronti a farsi convocare, a giocare una partita a tombola, seduti alla tavola dei vivi
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Una bambina salvata in mare dai delfini cresce orfana su un'isola greca. Si chiama Irene, di giorno vive in terraferma, di notte si unisce in mare alla sua vera famiglia. A quattordici anni è incinta e consegna a uno straniero di passaggio la sua storia.